Diritti d’autore e marchio aziendale

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Come capire se è davvero libero e come proteggerlo prima che sia troppo tardi

Quando un’azienda crea un marchio, spesso lo fa con entusiasmo e creatività, pensando subito a come apparirà sui prodotti, sul sito, nei post sui social. È comprensibile: il marchio è il volto dell’azienda, la prima cosa che i clienti notano e ricordano. Ma dietro un buon logo e un nome efficace c’è un aspetto che troppe imprese sottovalutano o ignorano del tutto: i diritti legali.

E qui il problema è doppio. Da un lato, potresti usare un marchio che, senza saperlo, viola diritti altrui. Dall’altro, potresti creare un’identità forte ma non proteggerla in modo adeguato, lasciandola esposta a imitazioni, copie e persino furti.

Sì, furti. Perché nel mondo del branding succede più spesso di quanto si pensi: un concorrente che registra per primo il tuo nome, un logo troppo simile a quello di un’altra impresa che ti fa recapitare una diffida, oppure una multinazionale che arriva dopo di te e ti impone di smettere di usare il marchio perché il suo è registrato da anni in Europa. E sai qual è la parte più frustrante? Nella maggior parte dei casi, chi perde è chi non ha registrato per primo, anche se ha usato il logo per anni.

Il rischio concreto non è solo cambiare logo o nome. È perdere anni di posizionamento, rebranding forzato, buttare via etichette, siti web, packaging, insegne. E nei casi peggiori dover pagare danni o affrontare cause legali. Per un’azienda piccola o media può essere una mazzata.

Per questo la prima cosa da fare, prima ancora di investire in design o marketing, è verificare se il marchio è libero. No, non basta fare una ricerca su Google o guardare se il dominio è disponibile. Bisogna fare una vera ricerca di anteriorità, incrociando database ufficiali come quelli dell’UIBM (Italia), dell’EUIPO (Europa) e del WIPO (mondo), valutando non solo la presenza dello stesso nome, ma anche varianti grafiche, somiglianze fonetiche e categorie merceologiche. Spesso due marchi che “sembrano diversi” a prima vista, in realtà sono troppo simili per coesistere nello stesso settore.

E poi c’è il secondo aspetto: proteggere il marchio in modo formale, registrandolo. La registrazione ti dà un diritto esclusivo di utilizzo, il potere di difenderlo legalmente e, nei fatti, aumenta il valore dell’azienda stessa. Molti imprenditori pensano che sia una formalità burocratica. In realtà, è un atto strategico. Un marchio registrato è un asset. Può essere venduto, concesso in licenza, usato come leva commerciale. E soprattutto, può essere difeso. Senza registrazione, puoi solo appellarti al diritto d’autore o all’uso di fatto, ma è molto più complicato e meno efficace.

A proposito di diritto d’autore: c’è un aspetto che va chiarito. Se fai disegnare il logo a un grafico esterno, i diritti d’autore non sono automaticamente tuoi. Anche se lo hai pagato, anche se ti ha mandato i file sorgente. In assenza di un contratto che prevede esplicitamente la cessione dei diritti o almeno l’uso esclusivo, il creatore del logo mantiene i diritti morali e patrimoniali. Questo significa che, tecnicamente, potrebbe impedirti di registrarlo, modificarlo o riutilizzarlo. Può sembrare assurdo, ma succede più spesso di quanto si creda. La soluzione è semplice: fare un contratto, chiaro e scritto, che regoli i diritti di utilizzo, registrazione e modifica. Costa poco ed evita enormi problemi.

Ma attenzione, anche dopo aver registrato un marchio non sei del tutto al sicuro. Perché un marchio, se non viene usato regolarmente, può decadere. E se qualcuno inizia a usarne uno simile e tu non intervieni, potresti perdere il diritto a contestarlo in futuro. Quindi registrare non basta: bisogna anche vigilare. Monitorare il mercato, difendere attivamente la propria identità, agire in fretta se emergono cloni, falsi, usi impropri.

Ecco perché è utile avere una strategia di brand protection, soprattutto se operi in settori concorrenziali o se il tuo marchio sta crescendo. Registrare in più paesi, differenziare nome e logo, usare marchi secondari, creare linee guida d’uso coerenti: sono tutte azioni che rendono il tuo brand più forte e più difficile da copiare.

In conclusione, un marchio non è solo un bel disegno o un nome accattivante. È un investimento, un patrimonio, un pezzo fondamentale della tua azienda. Trattalo come tale. Verifica che sia libero, registralo, proteggilo. E soprattutto non dare mai per scontato che “tanto non interessa a nessuno”. Finché un giorno non interessa eccome. E allora potrebbe essere troppo tardi.

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